Antica è la storia del colore rosso, usato nei cerimoniali funebri del neolitico, come colore cerimoniale e nelle raffigurazioni rupestri per simboleggiare uomini e animali.
Antichi e moderni abbinano la forza di questo colore al sangue e quindi alla vita e al fuoco, che permetteva agli uomini dell’antichità la sopravvivenza. E’ poi diventato col tempo anche un colore sacrale.
Il rosso più di altri è colori si è distinto per la forza e l’energia che emana.
Ho deciso di iniziare da questo colore per iniziare una serie di appuntamenti, in cui mi dedicherò allo studio delle varie gradazioni cromatiche.
In questo contesto mi piacerebbe mostrarvi il rosso nell’arte, con un accenno anche alla moda.
Volevo partire con un’immagine che mi ha sempre colpito abbastanza, come la storia del personaggio rappresentato: Federico da Montefeltro, grande condottiero e famoso signore rinascimentale della metà del 1400.
Il ritratto che ha sempre destato la mia curiosità è quello di Piero della Francesca, che lo vede in compagnia della consorte.
Sicuramente il tipo di raffigurazione è un omaggio e sicuro riferimento all’antichità e alle medaglie, ma anche una scelta obbligata per l’artista, che voleva rappresentare il signore al suo meglio e avendo davanti un uomo sfregiato nel volto per la perdita di un occhio.
E devo dire che l’aria signorile e fiera, che emana il ritratto rimane per me un ricordo molto positivo e il rosso incornicia questo personaggio donandogli un’aria sicuramente maestosa.
Fra le varie rappresentazioni di Marilyn, Andy Warhol scelse anche il rosso. Rosso come il rossetto che usava la star, rosso come la forza del suo personaggio.
Un’artista che usa solo questo colore per farci un quadro è Alberto Burri con Grande Rosso, opera sensuale e drammatica, dove l’artista ha direttamente plasmato la materia fondendo la plastica con la fiamma ossidrica.
Quest’opera fu danneggiata da un atto vandalico nel 1978 e restaurata grazie all’intervento dell’artista stesso.
Rosso usato per quasi tutto il quadro è stato impiegato da Matisse nel suo Studio Rosso.
Il suo rosso nega la profondità degli spazi e tutto sembra galleggiare nel colore, qui la pittura è fatta per celebrare se stessa.
Keith Haring, uno dei principali esponenti del graffitismo e della street art degli anni ’70.
Impossibile non riconoscere i suoi personaggi da fumetto che si muovono nelle sue opere come a richiamare l’attenzione di tutte le persone.
Keith Haring, infatti pensava che l’arte fosse per tutti, voleva che fosse popolare e la portava sulle strade e sulle piazze.
I colori forti e accesi e in primis il rosso, come vediamo in Invito a nozze. Perché il rosso come ci dice lo stesso artista è uno dei colori più forti e deve catturare per forza l’attenzione.
Tamara de Lempicka ci trasmette con le sue opere un’immagine femminile molto forte.
Ci racconta di donne libere, belle, indipendenti, forti più degli uomini, perché sicure di sé.
Come lo fu l’artista nella sua vita, anche se non ebbe in vita, forse il consenso che meritava. E ci lascia anche lei il suo forte rosso a fasciare una bellissima ragazza ammiccante e semi sdraiata.
E nella moda?
La moda, dove questo colore è divenuto sigla di un grande stilista di moda: Valentino, definito l’ultimo imperatore dell’alta moda.
Lo stilista si invaghisce di questa particolare sfumatura in Spagna, assistendo ad un’opera a Barcellona e osservando le signore sui palchi, che sembravano ricomporsi quasi come un cesto di fiori.
Si tratta di una particolare tonalità composta dal porpora, il rosso cadmio e il porpora, da cui nacque il Rosso Valentino.
Inizialmente fu usata solo per alcuni suoi abiti, oggi è parte integrante del marchio di Valentino.
Rosso che ha rappresentato tante cose attraverso i secoli: dal martirio all’amore, dalla guerra (passando per Marte), dagli oroscopi (Scorpione e Ariete), dalla passione e il pericolo, arrivando perfino ad essere simbolo del Natale.
Vorrei ricordare poi quei rossi che hanno abbellito le ville di Pompei, definito Rosso pompeiano fino ad arrivare ai film come La donna in rosso e alle favole, con la storia di Cappuccetto Rosso, per concludere con la moda.
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