Visto che oggi e domani ci sarà la proiezione di un film documentario su questo artista che amo molto da parte di Nexo Digital, ieri ho parlato di lui ai più piccoli e oggi lo rivedo con gli adulti in pochi punti.
Monet fu un grande pittore dell’Impressionismo, quello che a questa corrente ha dato proprio il nome, con la sua opera Impressione. Sole nascente.
Quando arriva a Parigi inizia a studiare meglio l’arte, da molto giovane si era specializzato in caricature, con cui si guadagnava qualche soldo.
E proprio qui sente che l’arte accademica inizia ad andargli stretta e allora va a dipingere all’aria aperta, con alcuni famosi amici, quali Pisarro, Renoir e Bazille.
Nel 1974 la prima mostra degli Impressionisti, che però non ha molto successo.
Ma Monet non demorde e con la famiglia si ritira nella campagna di Giverny, per poter ritrarre la natura in assoluta libertà.
La sua residenza è ancora oggi intatta e la cura per il verde e i fiori, che lo circondavano, si mischiava alla sua essenza artistica.
«Il Giardinaggio è un’attività che ho imparato nella mia giovinezza, quando ero infelice. Devo forse ai fiori l’essere diventato un pittore »
Possiamo senza dubbio affermare, che la sua più grande opera d’arte fosse il giardino, che si era creato, pezzo dopo pezzo.
E qui inizia a dipingere la serie dei Covoni di grano, come già conosciuta era la serie delle Cattedrale di Rouen: spesso riprende i soggetti più volte, perché la natura muta costantemente.
E un altro tema che lo prenderà molto saranno le sue famose ninfee, a cui dedicherà gli ultimi 30 anni della sua lunga vita, progettando nella sua residenza una stanza circolare, dove inserire i suoi dipinti.
Anche ormai quasi completamente cieco, continuerà a dipingere quel piccolo angolo di giardino, nei suoi quadri dove la forma si dissolveva nel colore.
E davvero sembra di annusare quei profumi dai suoi quadri, dove l’azzurro del cielo e l’acqua si confondono.
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