Siamo alla fine delle mie vincitrici del mio CONCORSO “Cosa ti è rimasto nel cuore dell’estate” e per ultima, ma a pari merito con le altre è Alessia Savi, scrittrice, di cui da poco è uscito il libro “Verso le Luci del Nord – Drove through ghosts to get here” .
Si tratta di un racconto urban-fantasy come mi ha spiegato Alessia Savi, che prossimamente voglio assolutamente intervistare per conoscerla meglio.
Anche lei ho incrociato casualmente e mi ha incuriosito, infatti mi è piaciuta immediatamente e leggendo le sue parole capirete, che c’è un grande mondo dentro la sua testa, fatto di belle parole e immaginazione.
Vi lascio il suo racconto allora, ma vi ho messo il link anche al libro, perché secondo il mio punto di vista ha talento da vendere!
Il viaggio dell’anima
Ci sono vacanze che si trasformano in viaggi dell’anima.
Tu non lo sai, ma ti capitano all’improvviso.
Come folgorazioni, che non ti aspetteresti mai da una meta, che tutto sommato, non è nella lista dei viaggi indimenticabili, che vuoi fare finché sei in tempo.
Il Galles, per me, è stata una rivelazione… Forse è stata la compagnia di un’amica, i giusti spazi lasciati ai silenzi e al badare a se stesse; forse è stato staccare e allontanarsi da tutto e tutti dopo un inverno complicato.
Forse, semplicemente, è lo stato d’animo con cui affronti un viaggio.
Vorrei che i prossimi fossero tutti così: pieni di persone da conoscere e scoprire superando lo scoglio della lingua e fregandotene se il tuo inglese è quello che è.
Viaggi pieni di vita, che ti attraversa, di storie antiche, che si intrecciano nel tuo quotidiano di turista, con l’immaginazione che galoppa lontano.
Viaggi fatti di silenzi e paesaggi mozzafiato.
Forse, quello che più di tutto è rimasto, che più di tutto ho amato, è stata la sintonia con spazi immensi, spazi che da fuori ti entrano dentro.
Come se ti amplificassi anche tu, se ti aprissi e ti espandessi un po’ di più a ogni respiro.
Il Mare del Nord è così: una distesa senza fine verso l’orizzonte, promontori verdi che si stagliano contro il cielo grigio, sempre greve di pioggia che va e che viene, a imitare il movimento del mare.
È un gioco di specchi, RhossiliBay: mare e cielo si confondono, si rincorrono e si specchiano l’uno nell’azzurro dell’altro.
Il verde inchioda la vista: vivo, forte, violento. Come il vento, che sferza le scogliere che abbracciano la baia o il nero di una roccia, che da millenni resiste alle intemperie e si lascia levigare muta, portando con sé il cambiamento del paesaggio stesso.
RhossiliBay è il richiamo di una sirena: suadente, chiaro, disperato.
Il sibilo del vento è così forte che parlare è del tutto superfluo.
Non hai nemmeno voglia di farlo, a dirla tutta: resti a contemplare il mare in uno scambio muto di pensieri, desideri e paure.
Vorresti essere come lui che parte, va e ritorna sempre.
Vorresti essere come quelle rocce, che indomite sfidano le intemperie e le onde.
Vorresti essere l’edificio bianco immerso nel nulla, che si affaccia sulla baia: lì, con le finestre che guardano verso l’infinito e sembrano volerlo raggiungere.
Vorresti essere il tutto che ti circonda: le onde del mare, il vento, che ti schiaffeggia il viso, il freddo, che ti entra nelle ossa, il verde pieno della vegetazione rigogliosa.
Vorresti essere ogni cosa e sai, in quel momento, mentre il mare ti chiama, che è qualcosa a cui non potrai più resistere.
Sai che c’è un legame che va al di là di una passeggiata lungo il dorso del serpente, ben oltre una giornata immersa in quell’esplosione di vita, che niente ha a che fare con il brulicare effervescente, lungo la Fifth Avenue di New York o del Trocadero a Parigi.
Sai che quello spazio senza confine ti appartiene e che niente potrà farti desistere dal partire di nuovo per un altro mare, un’altra scogliera, un’altra vita.
GRAZIE ALESSIA, CI RISENTIAMO PER PARLARE ANCORA DI TE COME PROMESSO!
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