Oggi vi racconto una storia, che mi ha affascinato parecchio e che anche alla mia bambina è piaciuta tanto: quella di Frida Kahlo, la più importante pittrice messicana.
Iniziamo prima dal libro, che mi ha ispirato anche un percorso che ho preparato per la libreria Blume di Fucecchio: il libro delle Antiprincipesse, della casa editrice Rapsodia, uscito da poco.
E’ il primo numero di una serie di pubblicazioni, in cui vengono viste storie di personaggi famosi, che hanno raggiunto grandi obbiettivi, non perché avevano superpoteri o aiutati magicamente da qualche fata, ma perché la forza era dentro di loro e hanno fatto cose straordinarie.
La storia di questa pittrice, dalla vita molto intensa, piena di colori e di eventi molto particolari, sia positivi che negativi, è sicuramente qualcosa che vi toccherà nel profondo.
Hola chicos! è il saluto giusto per iniziare questo percorso su Frida Kahlo, perché le sue origini sono messicane, quindi era nata in America Latina.
Frida nacque il 6 luglio 1907…Lei però ha sempre detto di essere nata nel 1910, perché in quell’anno nel suo paese era cominciata una grande rivoluzione…quindi aveva deciso che lei e il Nuovo Messico erano nati insieme.
I genitori di Frida, a cui era molto legata, si chiamavano Matilde Calderòn e Wilhelm Kahlo.
Il suo papà era fotografo. Insieme passeggiavano spesso, e a lui piaceva anche dipingere…quindi molti spunti, li prese anche da lui.
Numerose sono, per questo, le foto di famiglia, con i fratelli e le sorelle, dove non appare sempre sorridente, perché Frida nascondeva un segreto: a sei anni circa aveva scoperto di essere ammalata di poliomelite, una malattia che non la faceva camminare bene.
Quel che c’era di peggio era che alcuni bambini la prendevano in giro, ma Frida non si faceva abbattere e per reazione diventava molto spericolata: le piaceva arrampicarsi, andare con i pattini, nuotare, fare acrobazie in bicicletta, saltare sui muretti…
E a scuola si vestiva un po’ da maschiaccio indossando spesso i pantaloni, proprio per nascondere anche una gamba che le era cresciuta meno.
Fu solo più tardi che si appassionò delle belle gonne lunghe, che ha indossato per tutta la vita, ad amare i gioielli e a farsi delle acconciature particolarmente colorate.
Da ragazzina il suo sogno, però, non era diventare una pittrice, ma medico. E poiché era molto intelligente superò un esame difficilissimo per studiare in una delle scuole più difficili del Messico.
Iniziò così a studiare medicina. A scuola conobbe Alejandro e si innamorò. Un pomeriggio però erano su un autobus e le successe un terribile incidente. L’autobus si scontrò contro un tram.
Diciamo che salì sull’autobus sbagliato al momento sbagliato e quella ragazzina che voleva diventare medico….diventò una delle pittrici più rivoluzionarie del mondo.
L’incidente la costrinse in ospedale per alcuni mesi e successivamente a casa dovette indossare diversi busti e stare a letto immobile.
Fu in questo periodo, che dovendo rimanere sdraiata, per ingannare il tempo, iniziò a dipingere.
All’inizio Frida provava rabbia nel vedersi immobile, poi decise, che se doveva vedere quella faccia tutto il giorno, tanto valeva diventasse la sua fonte d’ispirazione.
Amava la vita e la bellezza e voleva trasferire questi sentimenti nei suoi quadri e il soggetto che le riusciva meglio era se stessa. Faceva si dice degli autoritratti.
Cominciò a dipingere autoritratti, e per accompagnare la sua solitudine aggiungeva animali: scimmie, cani, cervi, pappagalli…passeggiavano nei suoi dipinti.
Dopo qualche anno finalmente potè riprendere una vita normale, riuscendo a incontrare un grandissimo pittore messicano, Diego Rivera, che la spronò, vedendo i suoi quadri, a continuare a dipingere.
Fra Diego e Frida nacque l’amore e decisero di sposarsi.
Diego dovette trasferirsi negli Stati Uniti e Frida fu felicissima di seguirlo a New York, anche se ad un certo punto sicuramente le mancava il suo paese.
Poco dopo andò a Parigi per esporre i suoi quadri in una galleria e qui conobbe i surrealisti, pittori molto di moda in quel periodo, che dipingevano la realtà come se fosse un sogno.
Quando finalmente tornò in Messico, tornò a vivere nella casa in cui era nata, che oggi è uno stupendo museo dedicato a Frida. Il museo è il Museo Frida Kahlo, detto anche Museo della Casa Azul (Casa Blu).
Tutti gli oggetti raccontano la sua storia, dei fatti che le sono accaduti, di come stava, di cosa le piaceva. Sulla scrivania ci sono delle pagine aperte del suo diario coloratissimo.
Ora vi dico cosa successo dopo.
Iniziò ad insegnare in una scuola d’arte, ma purtroppo dopo un po’ i suoi problemi di salute iniziarono ad aggravarsi e dovette essere al più presto operata a New York per la colonna vertebrale.
Una cosa è sicura: neanche ora si lasciò abbattere!
Nel 1953 Lola Alvarez Bravo organizza nella sua galleria la sua prima mostra personale in Messico.
Questo è stato per Frida uno dei doni più belli ricevuti prima di lasciare questa vita, l’altro sono le parole del pittore Pablo Picasso:
“Quel che è certo è che è unica nella sua arte. Nessuno è capace di dipingere una testa, come quella di Frida Kahlo”, e se lo diceva questo grande artista….
Era estate in Messico, ma Frida tremava. Da mesi giaceva di nuovo a letto. Soffriva di una grande infenzione…e doveva prendere molte medicine…e per lei era un rischio uscire di casa.
Eppure decise di usare il proprio corpo come un simbolo: e nonostante il suo stato di salute marciò per le strade insieme ai lavoratori che chiedevano stipendi migliori.
Ha 47 anni quando dovette lasciare questa vita, lo stesso mese in cui nacque, luglio, ma per salutarci ha lasciato un quadro, che la rappresenta ed è il suo messaggio d’amore e di pace, una natura morta con molti cocomeri, dove è scritto VIVA LA VIDA!
Ecco da dove è nata l’ispirazione!
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Una donna che non si è mai data per vinta
Molto interessante questo articolo Ilaria, non sapevo molto della vita e del percorso artistico di Frida Kahlo. Una vita breve ma degna di essere vissuta fino all’ultimo!
Quest’estate ho letto un breve libro sulla sua vita e ne sono rimasta davvero affascinata. Quello di cui parli tu l’avevo solo sentito dire…ma se lo trovo lo compro 😉
Grazie @saraciolini, ti invio un altro mio articolo su alcuni libri di Frida…magari c’è anche il tuo! http://www.arteneisensi.it/arte-da-leggere/5-letture-su-frida-kahlo/
Che vita intensa, a tratti triste per il rapido epilogo, ma assai emozionante. Sicuramente una donna di grande ispirazione che ha riempito la sua vita di colore.
Ogni volta che leggo di Lei mi viene la pelle d’oca. Anni fa lessi tutta la sua storia e arrivai in fondo con un nodo alla gola. Una vita, purtroppo breve e difficile ma che Lei ha saputo vivere pienamente fino alla fine. E’ da prendere da esempio. Bellissimo articolo cara Ilaria. Un abbraccio.
Grazie Carmen, è da prendere ad esempio perché lei ha saputo trarre dal fermentare della sofferenza un’altra Frida, che ha acchiappato la vita e l’ha cavalcata nel migliore delle maniere, facendo della sua arte una terapia, ma anche una maniera per reagire. Anche la morte, che l’ha sfiorata in quel terribile incidente si è accorta quanto fortemente volesse esistere. Nella vita tutti incontrano degli ostacoli, secondo me Frida è il miglior esempio di come davanti ad un problema si pongano due vie: o ti ci adagi o ti crei nuove possibilità e delle alternative…io sono per la seconda!