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La luce di Henri de Toulouse-Lautrec sulla  Belle Époque

La luce di Henri de Toulouse-Lautrec sulla Belle Époque

Vi vorrei accompagnare con le mie parole lungo la mostra di Henri de Toulouse-Lautrec a Palazzo Blu a Pisa, per osservare insieme a voi le numerose e significative opere dell’artista di Albi.

Attraverso la sua produzione Lautrec è riuscito, meglio di chiunque altro, a descrivere e caratterizzare una città, usi e costumi di una generazione e più in generale, il vero stile di vita della Parigi di fine Ottocento e in particolare luoghi simbolo come il Moulin Rouge e i vari teatri, la collina di Montmartre, che devono a lui gran parte della loro fama e popolarità.

E sicuramente è un’occasione unica questa mostra, in quanto sarà visibile il corpus fondamentale dell’opera grafica di questo artista francese, attraverso i suoi manifesti e una selezione delle sue più importanti litografie.

I suoi lavori sono molto innovativi per il suo tempo, tanto da farle accostare più ad una pubblicità contemporanea, che ad un prodotto artistico della Belle Époque.

Vediamo ora insieme le varie sezioni che compongono la mostra, in maniera da avere un’idea più chiara al momento della visita:

“E pensare che non avrei mai dipinto, se le mie gambe fossero state appena un po’ più lunghe”.

  1. Le star. Luci e colori di Montmartre

Music Hall, Caffè concerto e teatro di varietà, il Moulin Rouge, posto alla base della collina di Montmartre, è il centro della vita notturna parigina.

Nel 1891 Lautrec gli dedica il suo primo manifesto.

Al centro dell’affiche è l’immagine di Louis Weber, detta La Golue (La Golosa), mentre danza la quadriglia naturaliste in coppia con Valentin Le Désossé.

“Mi commuoveva sempre il modo in cui Lautrec cambiava tono di voce quando discuteva d’arte. Egli, che in tutte le altre occasioni era così cinico e faceva discorsi scurrili, diventava allora completamente serio. Era per lui come una fede religiosa”. Edouard Vuillard

La Goulue si esibisce nel suo vorticoso can-can insieme al ballerino Valentin, riconoscibile nella penobra in primo piano. E’ il primo manifesto in cui Lautrec applica la tecnica incisoria della litografia a colori o della cromolitografia. Sconvolge i canoni dei Manifesti pubblicitari:

nuovo è il modo di impaginare la scena, nuovo è il modo di stendere i colori in campiture piatte e compatte dette applique, nuovo è il modo di utilizzare il testo nell’immagine con la tripla ripetizione della scritta rossa Moulin Rouge.

Il pubblico sul fondo è fatto con shilouttes come nel teatro d’ombre, poi c’è lo scoppio di colori con la ballerina e alla fine l’immagine fluttuante in primo piano.

Altre opere della sezione sono:

  • L’Anglais, 1892,
  • Serafino Maccanti, Uomo con cilindro, 1899,
  • Artiside Bruant: rude e orgoglioso chansonnier e attore teatrale, capace di mandare in visibilio il pubblico,
  • Divan Japanais 1892-1893Quest’ultimo era un piccolo locale a Montmartre, viene piano piano trasformato in Caffè Concerto e Toulouse – Lautrec è chiamato a creare il manifesto. ispirato dallo stile stesso del locale adotta uno stile ispirato alle stampe giapponesi, molto celebri all’epoca. Usa un taglio obliquo sovrapponendo 3 ambiti spaziali diversi.
  • May Belfort
  • Federico Zandomeneghi, testa femminile
  • Femme à la Fenètre
  • Federico Zandomeneghi, Il Moulin de la Galette
  • Pierre Bonnard, Au Caffè
  • Federico Zandomeneghi, Le Thè (1890 – 1893)
  • Renato Natali, Parigine, 1914
  • Jane Avril e Mademoiselles Eglantine

Il teatro, l’opera, lo spettacolo d’avanguardia

“Che cosa viene rappresentato mi è indifferente. A teatro mi diverto sempre, anche se lo spettacolo è pessimo”

Testimone privilegiato rappresenta i momenti salienti degli spettacoli, coglie le immagini dei protagonisti, li insegue fin dietro il palcoscenico o mentre sono in pausa.

Lautrec ama molto il teatro e i comportamenti eccessivi dei suoi protagonisti. E’ lo spettacolo che gli consente di mettere a nudo le caratteristiche, gli atteggiamenti, i vizi tipici dell’essere umano.

Immagini icastiche e penetranti della commedia umana.

“Nella sua opera non si trova un solo viso umano di cui non abbia volutamente sottolineato il lato spiacevole […] era un osservatore implacabile ma il suo pennello non mentiva”, così il noto giornalista Arthur Huc, descrive l’arte di Henri de Toulouse Lautrec, che si manifesta per un istante sulla scena e può essere immediatamente fissato in un’immagine.

Come Degas egli ama la notte, le luci della ribalta, l’attimo teatrale.

Alcune opere:

  • Zandomeneghi, Au Théatre, 1895
  • Giovanni Boldrini, Spettatori a teatro, 1886
  • Lautrec, Il palco del mascherone dorato

Il  grande pubblico

Fin dai primi anni ’90 del 1800 Lautrec si dedica al filone della grafica pubblicitaria, promuovendo opere letterarie, riviste, prodotti commerciali e testi per musica.

Il suo lavoro accoglie le sinuosità femminili caratteristiche dell’Art Noveau.

Copertine di libri, ironia sui sentimenti anti-militaristi, oggetti da regalo, catene di biciclette, confetti…

Inventore della moderna pubblicità, Lautrec guarda al futuro.

La Maisons closes

La serie Elles, 1896, sono 11 litografie dedicate alla vita delle prostitute delle case chiuse di Rue des Moulins, dove Lautrec trascorse come ospite alcuni mesi.

Immagini eleganti descrivono momenti della vita e della malinconica intimità delle ragazze, vedendo la donna non come oggetto erotico, ma rappresentata nella sua realtà quotidiana.

Ecco delle altre opere:

  • Federico Zandomeneghi, Femme mettant sa chemise,
  • Pierre Bonnard, Nudo alla tinozza,
  • Edgar Degas, Femme nue

Sguardo indiscreto nell’intimità femminile di altri artisti, che invece Lautrec descrive con una certa comprensione e rispetto.

“Tutti parlano di bordello! E allora? In nessun altro posto mi sento maggiormente a casa!”

La sua arte si dedica a rappresentare un’umanità circoscritta, di cui condivide gioie e angustie, eccessi e debolezze: il suo è un universo popolato da personaggi stravaganti e pittoreschi, ritratti con intensità e furore.

Nel segno. La passioni

Una serie di litografie di vario argomento timbrano il lavoro degli ultimi dolorosi anni della vita dell’artista. Chiude la rassegna una serie spiritosa e vivace di menù, dove spesso compaiono le immagini caricaturali dei personaggi, piccoli capolavori che gli ospiti conservano come souvenir.

Il suo linguaggio e il suo talento ci hanno lasciato opere modernissime, che hanno aperto la strada alle moderne vie della comunicazione.

“Siamo brutti, ma la vita è bella”

maxim
Written by maxim

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