E’ stata inaugurata a fine novembre una mostra a Roma, a Palazzo Braschi, che spero di avere occasione di visitare, perché amo l’arte del ‘600 e perché è un’occasione per celebrare una delle poche, ma grandi pittrici di quel periodo: Artemisia Gentileschi.
Questa mostra è un omaggio alle donne, alla loro straordinaria forza umana e professionale. Artemisia Gentileschi con il suo talento e la sua passione è riuscita, nonostante le difficoltà e i traumi subiti, a proseguire la sua strada di artista e donna libera nel suo tempo. Luca Bergamo
Figlia di un grande pittore: Orazio Gentileschi.
Seguì l’arte e la maniera di Caravaggio ed è una delle sue interpreti più originali.
Eroine bibliche, protagoniste storiche o figure mitologiche dominano la sua arte, che per paradosso è invece molto reale.
Ma chi era Artemisia, a cui oggi molti studiosi si inchinano, riconoscendone il suo talento?
Artemisia Lomi Gentileschi, anzi Artemisia, perché è così che oggi il mondo la conosce.
C’è chi la reputa artista eccelsa, in grado di eguagliare e superare con la sua arte i tanti pittori del suo tempo, come anche il padre Orazio e chi resta stregato dalle sue Giuditte vendicatrici, dalle Cleopatra, Ester o Maddalene… dalle ombre caravaggesche e dai toni terribili di suoi lavori.
Pittrice sicuramente di prim’ordine e donna dalla mente brillante, che non si limitava a dipingere secondo la sua maniera, ma che seppe assorbire benissimo le tecniche e i diversi stili dei suoi contemporanei e soprattutto a farle proprie, come accadde, ad esempio, con Caravaggio.
Personaggio femminile dotata di talento, ma sopratutto di un forte temperamento e di una grande volontà, che le permisero di entrare giovanissima all’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze…prima del suo genere.
Già perché piccolo particolare: la pittura e l’arte in generale, erano considerate un mestiere da uomini!
Artemisia, in questo mondo maschile, diventa manager di se stessa e si trova a confrontarsi, durante i suoi molti viaggi, con personaggi importanti sia della penisola, che d’Europa.
A renderla celebre fu un terribile fatto di cronaca: la donna venne infatti brutalmente violentata dal pittore Agostino Tassi, allievo di Orazio Gentileschi, suo padre, che si decise a chiedere giustizia per la figlia solo un anno più tardi.
Nel processo Tassi affermò, che la ragazza era consenziente e Artemisia replicò che questi la violentò promettendole un matrimonio riparatore.
Il giudice decise, che una tortura avrebbe stabilito chi diceva il vero, peccato che a subire questa prova fu Artemisia, alla fine della quale il giudice si decise per la condanna di Agostino Tassi.
Orazio si organizzò alla fine per un matrimonio, che cancellasse questa vergogna con il pittore Pierantonio Stiattesi.
Talento, ambizione, coraggio, questo ha reso Artemisia anche di un femminismo mondiale e la sua scalata al successo, mettendo però le sue capacità pittoriche in secondo piano rispetto al resto.
La mostra, visibile fino al 7 maggio, consentirà al visitatore di ripercorrere vita e opere dell’artista : circa 100 sono in totale le opere esposte, in un confronto serrato tra l’artista e i suoi colleghi, frequentati, a Roma, come a Firenze, ancora a Roma e infine a Napoli, con un passaggio per la città di Venezia e una breve parentesi a Londra.
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