Vi vorrei parlare della mostra Salvador Dalì: Il sogno del classico, a Palazzo Blu, visibile fino al 5 febbraio.
Innanzitutto, come sottotitolo all’esposizione metterei appunto Dalì, visto da dentro, già perché quello che viene fuori, secondo me, dalle opere esposte, è un Dalì diverso, rispetto a quello che conosco, che tutti conoscono,
effervescente artista picaresco.
Non è più un personaggio da spettacolo, infatti, ma uno, che tira fuori le sue doti al meglio, quasi a voler lasciare indelebile il ricordo della sua arte ai posteri e cercando, in qualche maniera, l’immortalità.
Una sorta di testamento spirituale?
Qualcosa di simile.
Sala dopo sala, comprendiamo che spesso il personaggio di Dalì, a volte, ha nascosto il vero uomo che stava dietro: grande artista e disegnatore, uomo anche timido e solitario e grande lavoratore.
E sopratutto il suo confronto con “il classico” (il Rinascimento italiano, in questo caso), punto di riferimento per tutti gli artisti, da superare, emulare o sovvertire.
Il suo allora è un “classico”, che non rinuncia alla volontà di stupire, perché l’indole è quella e magistralmente reinterpretato.
Come ha spiegato la curatrice della mostra, la direttrice dei Musei Dalì Montse Aguer, l’esposizione è suddivisa in 4 sezioni:
- La mistico – nucleare, dove ritroviamo a livello storico l’anno 1945 e il lancio della Bomba Atomica, a livello geografico Dalì che abitava negli Stati Uniti e a livello personale un riavvicinamento dell’artista alla Chiesa e alla spiritualità.
- Nella seconda e terza sezione possiamo vedere gran parte delle opere, in particolare disegni, che fanno parte delle illustrazioni per la Divina Commedia, dove al posto di Beatrice, vediamo Gala. E attraverso la ripresa di artisti quali Michelangelo e Cellini, Dalì offre la propria versione delle opere…arricchita in maniera personale.
- Nell’ultima parte troviamo i dipinti che appartengono alla Fondazione Gala – Salvador Dalì, molto espressivi, poetici e prodotti nell’ultima parte della sua vita, dove vediamo un artista più maturo e nel pieno della sua arte.
Alla fine di questo resoconto, devo dire che ne sono uscita arricchita:
- ho ritrovato Michelangelo, su cui ho fatto la tesi e a cui sono molto legata;
- Benvenuto Cellini, che mi piace molto come artista e che tempo fa scoprii essere nato quando me e un po’ mi assomiglia (Quando Francesco I gli chiese di fare una saliera, lui era talmente offeso che gli creò un capolavoro da tavola);!
Che dire, la visitiamo prima che finisca?
La visiterò ma mi piacciono molto i disegni, preferisco i dipinti
Ci sono anche alcuni dipinti, poi ve li mostro…effettivamente la parte grafica è la produzione più ampia in mostra, ma ci sono anche alcuni dipinti inediti che riguardano il rapporto, soprattutto con Michelangelo, e che non sono mai stati studiati. Per la prima volta li vediamo in catalogo.
Leggendo il tuo post mi è venuta voglia di scoprire questo lato di Dalí… Devo organizzare un viaggio e andarci! Proporrò al marito ?
Ciao,è sempre bello leggere i tuoi articoli. Dalì mi piace moltissimo! 🙂
Dai che bello! Dalì non è il mio artista preferito, ma mi piace sempre scoprire il “dietro le quinte” di queste grandi personalità artistiche. Purtroppo non potrò andare a vederla (e sarebbe anche vicino a casa mia!), però questo tuo articolo me ne ha dato un assaggio, e ti ringrazio 🙂
Non ti preoccupare…scriverò altre cose per darti qualche informazione in più, comunque è fino a febbraio…forse avrai l’occasione di visitarla!