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Pronti, partenza…si parte per il Giardino dei Tarocchi!

Pronti, partenza…si parte per il Giardino dei Tarocchi!

Insieme ad Alessandra Gaetani, specializzata in naturopatia e Thetahealing abbiamo organizzato dei percorsi e una gita al Giardino dei Tarocchi di Capalbio, che qui voglio rivedere insieme a voi!

E’un mondo magico, dove le sculture si declinano ad architetture, fondendosi insieme, nelle gigantesche statue, dalla presenza sovraumana.

Si tratta di un parco artistico voluto, ideato e creato da Niki de Saint Phalle su una collina a pochi chilometri da Capalbio.

Il Giardino dei Tarocchi ha diversi illustri antecedenti, fra cui il Giardino di Bomarzo e Parco Güell di Gaudì a Barcellona.

Colori, ceramiche, mosaici, specchi rivestono ogni edificio.

La tecnica è la stessa resa famosa da Gaudì: il trencadís, ovvero una copertura di porcellane spezzate.

In tutto il Giardino dominano le curve e il movimento e una sorta di energia femminea, creatrice e madre di tutte le cose.

Niki de Saint Phalle inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979.

Una curiosità: non tutti sanno che il suo sogno si realizzò grazie anche all’amicizia con Marella Agnelli (la moglie di Gianni, magnate della FIAT), che fornì la terra per realizzare ed allestire il giardino.

Questo parco è popolato da 22 sculture, gli Arcani Maggiori, che sono un gruppo di carte usate per la divinazione.

Gli Arcani ci mostrano, infatti, in cartomanzia, le cause primarie degli eventi e Niki de Saint Phalle le ha rappresentate con ricchi valori simbolici, dove tutto (oggetti, colori, gesti…) hanno la loro importanza evocativa, entrando in risonanza con le persone e il loro incoscio.

E come un mazzo di carte sparpagliato ovunque (mostri, donne gigantesche, papi, profeti, animali, mostri, popolano la collina, sparsi senza un ordine preciso), dove l’artista ha voluto voluto lasciare libero arbitrio sul percorso da intraprendere.

“Il Giardino dei Tarocchi non è il mio giardino ma appartiene a tutti coloro che mi hanno aiutata a completarlo. Io sono l’architetto di questo giardino. Ho imposto la mia visione perché non ho potuto fare altrimenti. Questo giardino è stato fatto con difficoltà, con amore, con folle entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi”.

Le carte dei tarocchi sono davvero un cammino, con i vari personaggi e situazioni, che incontriamo nella vita, visti dall’artista però in maniera giocosa e divertente.

“Il mio giardino è un posto metafisico e di meditazione, un luogo lontano dalla folla e dall’incalzare del tempo, dove è possibile assaporare le sue tante bellezze e significati esoterici delle sculture”

Tra i principali collaboratori di Niki, oltre a Jean Tinguely, suo marito, partecipano in tempi diversi anche Rico Weber, Ricardo Menon, Roberto Aureli…

Artisti polimaterici, architetti, arredatori, ceramisti, operai specializzati, esperti di amministrazione, di botanica…professionisti dei vari settori, che collaborano alla realizzazione di questo parco, nato da una piccola idea, che strada facendo si è ampliata sempre più.

Si conclude solo nell’estate del 1996, dopo 17 anni, e una spesa di circa 10 miliardi di lire, sostenuta per la totalità da Niki de Saint Phalle.

E’ un viaggio dentro e fuori della nostra anima, alla scoperta di un’opera, che lega natura, arte e spiritualità.

Impossibile non lasciarsi coinvolgere da questi capolavori visitabili, in una totale immersione nell’opera d’arte.

Il recinto del Giardino dei Tarocchi fu ideata da Mario Botta, ideata a protezione di questo mondo incantato.

Proseguendo incontriamo la piazza principale, dove ci accolgono il Mago, la Papessa e la Ruota della Fortuna, su su le varie figure: in lontananza l’Imperatrice, salendo una scalinata il Sole, in veste di uccello, nascosto l’Impiccato, che rappresenta una maniera diversa di vedere la realtà, la Giustizia, che ci ricorda di giudicare noi stessi prima di volgere lo sguardo a ciò che ci circonda, oppure quella Forza, che ci mostra una fanciulla che tiene a bada un drago, che altro non rappresenta, che il suo lato oscuro, il numero 0, o il Folle, che con il suo cammino dà il via al percorso o il Mondo che idealmente lo conclude…

Niki de Saint Phalle scelse l’imperatrice per costruirci la propria abitazione, che soprannominò la Sfinge.

“L’Imperatrice divenne la mia casa e il luogo d’incontro per tutti coloro che lavoravano al progetto. Qui mi riunivo con l’equipe di lavoratori mangiavo i miei pasti e lavoravo sui modelli delle altre carte. Nella “Sfinge”, il soprannome che avevamo dato all’Imperatrice, vivevo sola. Immergermi totalmente nel luogo era l’unico modo per realizzare questo giardino”.

Lungo i sentieri incontriamo incise memorie, citazioni, riflessioni, numeri e messaggi di speranza dell’artista, che aiutano il visitatore ad intraprendere e scegliere fra i vari percorsi.

“Come in tutte le fiabe, lungo il cammino, alla ricerca del tesoro mi sono imbattuta in draghi, streghe, maghi, nell’Angelo della Temperanza…”.

La sensazione è di entrare in una dimensione parallela dove viene smaterializzata la nostra realtà, per concederci un profondo viaggio interiore.

“A me dà più soddisfazione fare qualcosa di bello per gli altri e per me, che avere, AVERE, AVERE…”

In questa affermazione è spiegato tutto il suo lavoro…il suo sogno!

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maxim
Written by maxim

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