Vi vorrei presentare un libro di Zeffiro Ciuffoletti, professore all’Università di Firenze ed esperto in alimentazione, che avrò il piacere di avere accanto ad una presentazione che faremo insieme alle Giubbe Rosse di Firenze il 28 di novembre, di cui gli organizzatori di Food and Book Festival, mi hanno dato l’opportunità di scrivere un articolo sul loro portale www.leggeretutti.net.
Si tratta di Minima culinaria che ho avuto l’occasione di acquistare proprio allo stand di Polistampa al Book and Food Festival di Montecatini, ma che è possibile trovare anche on-line a questo Minima culinaria.
Mangiare è oggi molto importante, il cibo identifica le persone, al pari di una lingua o di un credo religioso, così ci introduce alle sue “piccole storie”, il Prof. Zeffiro Ciuffoletti, ordinario presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze. Eclettico storico del Risorgimento si è impegnato in varie attività, di cui mi piace sottolineare la sua passione per il gusto e il suo impegno verso lo studio dell’alimentazione, approfondita in varie pubblicazioni.
Questa raccolta viene descritta dall’autore, come un compendio di saggi minimi, una raccolta di articoli per una rubrica settimanale tenuta per il giornale Italia Oggi, ora selezionati e messi insieme da Claudio Costagli, giornalista e specializzato nel tema dell’enogastronomia.
Si tratta di piccole riflessioni, storie, aneddoti, che riflettono il senso e la filosofia, che si può trarre da tutto ciò che ruota intorno al gesto così quotidiano del mangiare, in maniera ironica e disincantata.
Gli argomenti sono molti e tutti profondamente interessanti e storicamente veri, per capire l’evoluzione e la lunga storia del cibo, che da sempre ci accompagna.
Si parla del vino, che gli antichi vedevano come una maniera per avvicinare gli uomini a Dio, passando per il pane, scoperto casualmente, che ha accompagnato i pasti dei popoli del Mediterraneo.
All’invenzione della pasta, che in tutte le sue matrici deriva dalle lasagne. Come la scoperta del Baccalà fatto nelle terre dei Vichinghi da un certo Pietro Querini, che dopo un violento naufragio, portò con sé nelle terre veneziane.
O ancora la teoria del “Biancomangiare”, ossia del nostro mangiare in bianco, che si tramanda fin dall’antichità in varie versioni.
E si racconta la nascita delle buone maniere, proprio nel nostro paese o di qualcosa di molto speciale, come le spezie, che invece arrivavano da posti lontani e misteriosi.
Si parla di cioccolata, di frutta e dello Champagne, ma anche dei sandwich e dei tramezzini o di pranzi consumati a bordo dell’Orient-Express.
Della cucina degli avanzi e della guerra della fame per arrivare a battaglie più moderne e vicine a noi come quelle fra carnivori e vegetariani/vegani.
Per concludere con il cibo della globalizzazione rappresentato da questo Expo 2015.
Sicuramente un libro che farà riflettere, sia per la ricchezza dei contenuti, affrontati sempre con sapiente leggerezza e ironia, sia per le conclusioni a cui probabilmente arriveremo, ovvero, che la virtù sta nel mezzo e che sicuramente il buon senso ci aiuterà a fronteggiare e non rimanere troppo legati alle varie mode del momento.
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