Open top menu
La macelleria di Annibale Carracci

La macelleria di Annibale Carracci

Artefice di una riforma del linguaggio pittorico, Annibale Carracci, manifestò un forte interesse per i temi quotidiani.

“La bottega del macellaio” offre uno spaccato di una giornata lavorativa, che l’artista conosceva molto bene in quanto nipote di un macellaio.

Annibale nobilita questa attività, non solo, perché quella della macelleria era per lui una realtà molto vicina e familiare, ma soprattutto, perché la sua vena artistica lo portava comunque a prediligere scene di vita quotidiana.

Si tratta di un quadro di grandi dimensioni, in maniera da dare importanza al soggetto, diversamente dai formati scelti per questo tipo di rappresentazioni di scene di genere.

Annibale Carracci costruisce il suo quadro secondo i canoni di una raffigurazione mitologica o sacra e dona per questo dignità alla rappresentazione.

In quel periodo le leggi bolognesi riguardo alla carne erano particolarmente severe e Annibale inserisce nel dipinto anche la legge in questione.

Il pittore descrive con accuratezza, verosimiglianza e realismo le attività che si svolgono in questo tipo di bottega.

Il suo segreto sta dentro i suoi ricordi di infanzia, in quei gesti  e quelle azioni che vedeva ripetere quotidianamente.

Il macellaio era un uomo del popolo e spesso veniva dipinto come un personaggio goffo, interprete di una scena di genere.

Qui invece tutti i personaggi hanno una loro dignità.

E nonostante fosse un mestiere difficile e a volte sgradevole, si mostra una scena, dove ognuno ha un suo ruolo dignitoso e importante.

Vediamo il macellaio, che dispone in maniera ordinata le bistecche sul banco, un altro che pesa la carne sulla stadera, quella che sarà acquistata, un garzone che sta per sgozzare un capretto, mentre un altro sta faticosamente appendendo un vitello ad un gancio.

In queste immagini l’artista descrive il suo ricordo ben vivo nella mente, dando dignità a questo mestiere, come mai gli era stata data prima di allora. Il suo scopo è di narrare tutta la giornata di duro lavoro, per cui molti momenti si ritrovano sovrapposti.

Sicuramente tutti quei personaggi non svolgevano le proprie azioni proprio in contemporanea.

E’ un po’ come avere una foto di più attimi, un futurismo ante litteram, che ci vuole regalare un’istantanea di un mondo che lui ha intensamente vissuto.

E come in tutti i ricordi e nei sogni manca un riferimento temporale e spaziale e manca la cosa più sporca e raccapricciante, che è il sangue e tutto è pulitissimo, come invece in realtà non potrebbe essere.

maxim
Written by maxim

No comments yet.

No one have left a comment for this post yet!


Warning: Illegal string offset 'rules' in /home/customer/www/arteneisensi.it/public_html/wp-content/themes/madidus-themes/functions/filters.php on line 163
<