L’Expo di Milano ci ha accompagnato in questi lunghi mesi e sicuramente ha sottolineato un forte legame fra l’arte e il cibo.
C’è chi l’ha definita un museo diffuso, per le imponenti architetture, il design e la forte presenza di capolavori che hanno fatto da scenografia a questo spettacolo da mangiare con gli occhi.
Naturalmente il padiglione più artistico di tutti è quello allestito alla Triennale di Milano con la mostra Arts & Foods (con le opere e i linguaggi artistici che dal 1851, anno della prima esposizione universale a Londra, hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al mangiare insieme) che ho avuto la fortuna di visitare, prima dell’inaugurazione di questa Esposizione Universale e che consiglio.
Si può impostare la visita a Expo in varie maniere, a seconda dell’interesse personale: ci sono i padiglioni nazionali, le conferenze sul tema “Nutrire il Pianeta”, una miriade di ristoranti e foodtruck o i cluster tematici, come quelli sul caffè e il cacao.
Sicuramente ce n’è per tutti i gusti.
In questo mio articolo vi vorrei raccontare un po’ le opere più belle che incontrerete nell’Esposizione.
1) Tintoretto, L’Ultima Cena – Rubens, L’istituzione dell’Eucarestia
Si trova nel padiglione della Santa Sede e raffigura L’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli, è della metà del 1500 e proviene da Venezia.
Particolarità dell’opera e della pittura di Jacopo Robusti, questo il vero nome dell’artista, è sicuramente il forte realismo e la disposizione degli apostoli in cerchio, per dare un senso di raccoglimento.
Un’opera che raffigura il momento saliente nel quale Gesù dice ai suoi commensali, che uno di loro lo tradirà.
I volti rivelano l’angoscia e lo sbigottimento che li travolge alla notizia in una scena che sembra teatrale,
Un vero capolavoro che, dal 1° agosto, sarà sostituito da un’opera di Rubens, L’Istituzione dell’Eucarestia, arazzo proveniente da Ancona.
2) Vanessa Beecroft, Jennifer Statuario
Al piano terra di Palazzo Italia, troviamo questa grande installazione di Vanessa Beecroft, che riproduce un enorme donna decapitata, appesa a testa in giù, tra quattro blocchi di marmo.
3) Renato Guttuso, La Vucciria
Salendo al secondo piano di padiglione italiano troviamo un’opera del 1974, La Vucciria, rappresenta proprio l’omonimo mercato tipico di Palermo, che l’artista dipinge in modo molto vivo e colorato, nello stile del neorealismo italiano.
E’ esposta nel del padiglione Italia, fa parte di un percorso appositamente costruito per ricreare gli odori e i colori di un tipico mercato del sud Italia.
4) Patrick Laroche, Vegetables
All’interno del giardino che circonda il padiglione francese due sculture, Vegetables, dell’artista contemporaneo franco-svizzero Patrick Laroche.
5) Dante Ferretti, Il Mercato
All’ingresso i visitatori vengono subito accolti da alcune statue dello scenografo italiano Dante Ferretti, famoso scenografo italiano, che ha vinto anche due premi oscar per la scenografia, grazie alle sue collaborazioni ai film di Martin Scorsese The Aviator e Hugo Cabret e per il film di Tim Burton Sweeney Todd.
Le sue statue sono ispirate ai ritratti del pittore italiano Giuseppe Arcimboldo, e rappresentano in forma antropomorfa i lavori e i prodotti tipici della tradizione italiana. Lungo il Decumano ci sono otto installazioni, opera sempre di Ferretti, che rappresentano delle bancarelle di un mercato, con frutta, botti, pane, cereali e formaggio: finti ma così realistici da sembrare veri.
6) Umberto Boccioni, Officine a Porta Romana
Nel padiglione Banca Intesa troviamo un lavoro di altissima qualità del futurismo italiano, l’opera di Boccioni sintetizza perfettamente la Milano che agli inizi del ‘900, stava passando dal mondo agricolo a quello industriale.
7) Igor Mitoraj, Il grande toscano
Nel Padiglione Polonia troveremo l’opera in bronzo di Mitoraj, scomparso di recente, e simbolo sia per il suo paese di origine, che per l’italia che lo ha accolto.
L’imponente opera, che abitualmente si trova in Piazza del Carmine a Milano, è ispirata all’arte classica e un omaggio a Michelangelo in particolare. Una composizione di opposti, dove tutto è necessario e si compenetra, in una sorta di scatole cinesi, dove ogni pezzo rimanda ad un altro.
8) Seme dell’Altissimo, Emilio Isgrò
Si trova tra il Padiglione Zero ed Expo Centre, è di marmo bianco e di quasi sette metri, fa riferimento al tema di Expo, Nutrire il pianeta, energia per la vita.
Intorno una lunga scritta che spiega che, nello specifico, si tratta di un seme di arancia ingrandito un miliardo e 500 milioni di volte. Secondo l’artista è il seme della vita e di quello che si vuole, ma soprattutto della speranza.
9) Energia, Wolf Vostell
L’installazione di Vostell è datata 1973, ma è perfettamente in linea con i contrasti che il mondo contemporaneo continua a vivere.
Da una parte il lusso, ma anche la violenza, il denaro, la criminalità, dall’altra il pane, elemento alimentare primario, che spesso è negato ai più.
L’opera è presente nel Padiglione Caritas.
“Sono le cose che non conoscete che cambieranno la vostra vita”. Un finto titolo di giornale per fasciare le centinaia di filoncini di pane, ‘incastrati’ in una vecchia e lussuosa cadillac, crivellata di colpi d’arma da fuoco e piena di fucili.
10) L’albero della vita di Daniel Lezama e Xocipilli
Arte precolombiana e contemporanea in un mix che racconta le storie e i miti del Paese.
All’interno molto interessante l’opera Arbol Nodriza (L’albero della vita) di Daniel Lezama, che occupa un’intera parete per raccontare il mito azteco secondo il quale, dopo la vita terrena, esisteva un giardino fiorito dominato da un albero dai cui rami sgorgava latte.
Sul tetto, invece, si trova la scultura in pietra dedicata a Xochipilli, il dio dell’amore azteco, realizzata tra il 1200 e il 1500.
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