Momenti piacevoli sono spesso quelli scanditi dalle pause in cui prendiamo un bel caffè.
Questa bevanda proviene da posti lontani e misteriosi e il suo profumo è entrato in tutte le case, nei bar, nei luoghi di lavoro, nei ristoranti e nelle tavole calde di tutto il mondo.
E’ diventato tanto popolare da diventare, nel corso del tempo, anche il protagonista di molte opere letterarie, artistiche e musicali di molti popoli.
L’apparizione del caffè nell’arte coincide, grosso modo, con la sua diffusione nelle principali capitali europee, a partire dal secolo XVII.
A Londra, Amsterdam, Parigi, il caffè si diffonde rapidamente: questa bevanda esotica e calda, alla quale vengono attribuite virtù afrodisiache e terapeutiche, conquista ben presto le corti e le classi più elevate della società.
Forse la più antica raffigurazione di una tazzina ricolma della calda bevanda è la straordinaria natura morta di Francisco de Zurbaran, Piatto di cedri, cesto di arance e tazza con rosa (1633, Los Angeles, Norton Simon Foundation), l’unica firmata dall’artista, che nell’esecuzione vi traspone il medesimo misticismo dei suoi dipinti di stampo religioso.
Allineati in rigoroso ordine, i singoli oggetti emergono dal fondo scuro, con grande immediatezza fotografica e sembra quasi di riconoscerne i differenti aromi e profumi.
In questo periodo, ormai assunta a bevanda di uso comune, sempre più spesso il caffè diviene co-protagonista di dipinti e disegni mentre, soprattutto fra Seicento e il Settecento, sono numerosissime le incisioni, che ne testimoniano le varie fasi della sua preparazione, fino al “rito” della sua degustazione.
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