Mi sono un po’ documentata per raccontarvi la storia di un alimento consumato quasi da tutti, ma di cui non sempre si conosce la storia: vorrei allora parlarvi del gelato.
Alcuni trovano un primo accenno a qualcosa che lontanamente si poteva associare al gelato, perfino nella Bibbia, dove Isacco offrì ad Abramo latte di capra misto a neve, una sorta di semifreddo.
Risalire alle sue origini è da quello, che ho potuto capire, leggendo un po’ di cose, è abbastanza complesso. Ma antichi testi e scavi archeologici ci aiutano nella ricostruzione di qualcosa, che nel passato era molto simile al gelato.
Alcuni studiosi fanno risalire l’origine del gelato ai cinesi, che utilizzavano la neve dei ghiacciai, ma sappiamo, che anche Egizi e Persiani, popoli anch’essi molto evoluti, mescolassero succhi di frutta e acqua zuccherata, per poi ghiacciarli con neve.
Nell’antica Roma veniva utilizzata la neve degli Appennini, dell’Etna e del Vesuvio, pressata in anfore e sotterrata in luoghi freschi, riutilizzata a seconda delle evenienze e mescolata con frutta e miele.
Questo non era ancora il vero e proprio gelato, ma una sorta di bevanda ghiacciate.
Ancora, quindi, non siamo al gelato vero e proprio.
E’ da notare che la parola sorbetto, è una parola araba, sharab, e accomunata ad una sorta di bevanda fresca da bere.
Gli Arabi consumavano questa bevanda dissetante, che gli era stata passata dagli Indiani e con la conquista della Sicilia la ricetta approdò nel nostro paese.
Alcune notizie su una sorta di gelato, (acqua gelata mischiata col latte) la ritroviamo nel Milione di Marco Polo, dopo il suo viaggio in Cina.
Notizie più precise di qualcosa di simile al gelato si hanno associate, nella seconda metà del ‘500, al famoso architetto, scultore e ingegnere militare, Bernardo Buontalenti, che volendo stupire una delegazione spagnola si racconta, che abbia preparato una crema mista di aromi al bergamotto, limoni e arance sottoposta a refrigerio.
E gli stessi spagnoli apprezzarono talmente la miscela da volerla portare in tutta Europa.
Sempre nel ‘500 alla corte di Caterina de’ Medici ci fu un certo Ruggeri che stupì i reali con un’altra miscela a base di crema, zabaione, frutta e panna, debitamente congelata. Caterina sposò Enrico II e arrivò in Francia, dove questa ricetta venne tenuta segreta per secoli.
Fu alla fine del 1600, che un palermitano, un certo Procopio Coltelli, a perfezionare proprio questa ricetta a Parigi e che diffuse il gelato prima nella propria terra natia e poi in tutto il mondo.
A Parigi aprì il Cafè de Procope, che divenne in breve un importante ritrovo letterario e ancora oggi molto in voga. A quel tempo non c’era una grande varietà di gelati, ma quell’unico gusto della crema aromatizzata con gli agrumi.
Sicuramente furono gli italiani con la loro creatività a perfezionare le varie ricette e con l’impegno migliorarono anche le macchine del gelato.
Giovanni Bosio nel 1770, apre a New York la prima gelateria..
Sempre grazie a un altro italiano, Vittorio Marchionni, nacque nei primi anni del ‘900 il cono da passeggio.
E alla fine dell’800 apparvero anche i coloratissimi carrettini dei gelatieri ambulanti.
Il gelato iniziò a divenire un bene di consumo per tutti e in Italia nacque la tradizione del gelato artigianale tramandato di generazione in generazione.
Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte nasce in Italia nel 1948 e subito dopo arriva il primo cornetto.
Tra gli anni ‘50 e 60 la produzione del gelato artigianale rischia di essere soppiantata dal gelato industriale.
Fortunatamente c’è chi come il Comitato gelatieri che si è battuto per non far morire la produzione del gelato artigianale.
Gli anni ’70 e la diffusione del frezeer domestico vedono la nascita dei gelati nei barattoli.
Oggi il gelato è molto popolare al pari di altri prodotti italiani, è infatti grazie alla nostra cultura che si è fatto un nome in tutto il mondo.
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